Or ora sto scrivendo dall'ufficio, che il Console Aggiunto mi ha riservato presso l'Ufficio Commerciale, di modo da poter gestire autonomamente i contatti con le aziende italiane operanti nella Cina del Sud-Est (ShangHai, JianSu Province, ZheJiang Province). Ai contatti col Sud ci pensa l'ambasciata di Guandong (Canton), a quelli col Nord quella di Pechino. Il Consolato qui, veramente efficiente data la natura commerciale di ShangHai, ha al suo interno una 50ntina di dipendenti italiani, italo-cinesi, cinesi. Tutti molto cordiali e senza la puzza sotto il naso, persino il Console, nonostante gli stipendi da capogiro, le cravatte esclusivamente Regimental, gli abbonamenti annuali al Club di Golf.
Lavoro a stretto contatto col Dott. A***, in Cina da 12 anni, plurilaureato, ma una vera forza della natura; stimo anche il Colonnello della Guardia di Finanza, uno di quei 12 Colonnelli che operano in tutto il mondo attraverso i canali diplomatici (si', in tutto il mondo solo 12, lui si occupa di tutta l'Asia da quest'Ufficio). Quando sono stato ufficialmente invitato alla cena di inaugurazione della nuova residenza dei due Consoli Aggiunti (marito e moglie) ho subito pensato alla formalita' dell'ambiente. In realta' e' stato un buffet tra amici, molto molto divertente. Penso di essere capitato in un gruppo speciale, anche perche' parlando il precedente non era cosi' buono. Il personale di alto rango secondo le leggi italiane e' obbigato a cambiare sede ogni 4 anni verso un altro continente, per evitare connivenze politiche. Il primo giorno di lavoro sono stato accolto dall'Illustre Direttore dell'Istituto di Cultura, un uomo veramente di cultura. Quello che mi piace e' proprio questo: il contatto fra le varie "sezioni" italiane, che si trovano tutte nello stesso building: Consolato, Istituto di Cultura, Camera di Commercio, ICE (Istituto per il Commercio Estero) che gia' mi ha fatto partecipare ad una Conferenza relativa alla presenza delle aziende italiane in Cina.
Data la polverizzazione delle imprese in Italia, non abbiamo lo stesso vantaggio di altri Paesi o delle multinazionali, e allo stesso tempo non e' vero che in Cina si fanno i soldi facili (per le aziende che lavorano qui). Serve pazienza, tempo, adattabilita'. Qui ci sono circa 1000 aziende italiane al momento, ma per avere un buon ritorno economico si deve aspettare almeno 3 anni: ad incidere il costo del personale, che non e' vero che e' economico poiche' nelle aziende italiane serve personale specializzato, problemi con la lingua, burocratici, legali, alto turn-over del personale cinese che difficilmente si lega ad un'azienda, visto che e' pronto a lasciarla per un aumento di 10 euro. Ci sono stati, per questo, tantissimi fallimenti. E' indispensabile un traduttore.