In Cina, come d’altra parte anche da noi, vige la pratica di tradurre fedelmente i titoli dei film stranieri oppure di ribattezzarli daccapo. Così, talvolta la resa cinese del titolo rende molto difficoltoso risalire al film originario.
Una breve rassegna della filmografia di alcuni dei più celebri registi italiani darà failmente conto del fenomeno.
I titoli dei film di Vittorio De Sica (Weiduoli’ao Dixijia 维多里奥•狄西嘉)[1902-1974] hanno ricevuto quasi sempre in cinese titoli fedeli all’originale: “Sciuscià” (Caxietong 擦鞋童), “Ladri di biciclette” (Danche shiqieji 单车失窃记), “Ieri oggi domani” (Zuori jinri mingri 昨日今日明日), “Il giardino dei Finzi Contini” (Feinici huayuan 费尼兹花园).
Di Luchino Visconti (Luqinuo Weisikongdi 鲁奇诺•维斯孔蒂)[1906-1976] i film più noti sono “Ossessione” (Chenlun 沉沦), “Rocco e i suoi fratelli” (Luoke xiongdi 洛可兄弟), “Il gattopardo” (Haoqi gai shanhe 浩气盖山河), “Vaghe stelle dell’Orsa” (Beidou qixing 北斗七星) e “Morte a Venezia” (Hun duan Weinisi 魂断威尼斯).
I titoli meno riconoscibili sono quelli del primo film, dato che chenlunsignifica lett. “sprofondare [nel vizio, nella degradazione]” e il terzo, dove il gattopardo (che nella versione letteraria suona già bao 豹 “pantera, leopardo”) diventa sullo schermo “la grandezza d’animo pervade monti e fiumi [il territorio patrio]”.
Roberto Rossellini (Luobotuo Luosailini 罗伯托•罗塞里尼)[1906-1977] vede “Roma citta aperta” diventare Bu shefang chengshi 不设防城市 “La citta indifesa” e “Paisà” tout court Youjidui 游击队 “I partigiani”.
“Le amiche” (Nüpengyou 女朋友), i film dell’alienazione (shehui yihua 社会异化) come “Il grido” (Gonglu zhi wang 公路之王), “La notte” (Ye 夜),“L’eclisse” (Shi 蚀), “Il deserto rosso” (Hongse shamo 红色沙漠) e quelli della controcultura (fanchuantong wenhua 反传统文化), da “Blow up” (Chunguang zhaxian 春光乍现) a “Zabriskie Point” (Wuxian chunguang zai xianfeng 无限春光在险峰), fino a “Professione reporter” (Guoke 过客) di Michelangelo Antonioni (Mikailangjiluo Andongni’aoni 米开朗基罗•安东尼奥尼)[1912-2007] hanno titoli ora fedeli ora assai infedeli, come “Il grido”, che diventa “Il re della strada”, “Blow up” (lett. In cinese “Baluginio primaverile”), “Zabriskie Point” (lett. “Primavera infinita sul picco”) e “Professione reporter” (“Il passeggero in transito”). Di Federico Fellini (Feidelike Feilini 费德里柯•费里尼)[1920-1993] sono noti fra gli altri “La voce della luna” (Yueyin 月吟), l’ “Intervista” (Fangtanlu 访谈录), “Ginger e Fred” (Jinge he Fulaide 金格和弗莱德), “E la nave va” (Dahai hangxing 大海航行), “La città delle donne” (Nürencheng 女人城), “Prova d’orchestra” (Yuedui paiyan 乐队排演) e il “Casanova” (Kasanuowa 卡萨诺瓦), tutti titoli cinesi abbastanza simili all’originale, anche se la “voce” della luna diventa un “gemito” (yin).
Dei film di Pier Paolo Pasolini (Pi’ai’er Baoluo Pasuolini 皮埃尔•保罗•帕索里尼)[1922-1975] sono più o meno facilmente riconoscibili molti titoli, “Mamma Roma” (Luoma mama 罗马妈妈), “Laviamoci il cervello” (Xi nao 洗脑), “La ricotta” (Ruanrulao 软乳酪), “La rabbia” (Fennu 愤怒), “Il Vangelo secondo Matteo” (Matai fuyin 马太福音), “Uccellacci e uccellini” (Hainiao he yiniao 害鸟和益鸟), “Le streghe” (Nüwu 女巫), “Edipo re” (Epudisiwang 饿浦狄斯王), “Teorema” (Dingli 定理), “Decameron” (Shiritan 十日谈), “I racconti di Canterbury” (Kantebolei gushiji 坎特伯雷故事集), “Salò o le centoventi giornate di Sodoma” (Saluo 萨罗), meno altri, come “Accattone” (Mimang de yidai 迷茫的一代), lett. “Una generazione avvolta nella nebbia”.
Con Sergio Leone (Saiji’ou Li’angni 塞吉欧•李昂尼)[1929-1989] l’abitudine di ribattezzare i film si accentua, con in più, in questo caso, il desiderio di sottolinearne la serialità: “Per un pugno di dollari” diventaHuangye da biaoke 荒野大镖客 “Il selvaggio uomo di scorta”, “Per qualche dollaro in più” Huanghun shuang biaoke 黄昏双镖客 “I due uomini di scorta al crepuscolo” e “Il bello, il brutto e il cattivo” Huanghun san biaoke黄昏三镖客 “I tre uomini di scorta al crepuscolo”, titoli che condividono il termine di biaoke “uomo di scorta”, che non sembra per la verità affatto un riferimento adeguato ai bounty-killer o cacciatori di taglie (normalmente detti shangjin lieren 赏金猎人). “C’era una volta il West” diventa poi nientemeno che Yi bo yun tian 义薄云天, un’espressione proverbiale dal significato di “La tua bontà è nota anche nell’alto dei cieli”.
(c) Prof. Giorgio Casacchia, Addetto Culturale IIC Shanghai, 2009.
* articolo pubblicato anche in "CIaO - Cultura Italiana a Oriente", numero di dicembre 2009, rivista di Lingua e Cultura Italiana dall'IIC di Pechino.
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